N° 79
DEATHLOK IL DEMOLITORE
1.
La situazione finora:
quattro cyborg guidati da Deathlok hanno invaso la REvolution
e preso in ostaggio quasi tutto il personale ed i dirigenti. Il
loro obiettivo: catturare o uccidere Michael Collins, l’ex Deathlok, e il
cyborg rinnegato Coldblood-7. Mentre Tony Stark è lontano, a consolare sua figlia dopo che il suo patrigno si è ucciso,
Happy Hogan interviene come Iron Man e Jim Rhodes, tenuto sotto mira dalla
cyborg che si fa chiamare Gryphon, cerca un sistema di cavarsi dai guai senza
rivelare di essere War Machine.
James Rupert Rhodes,
Rhodey per gli amici, si alza in piedi e fronteggia la donna che gli ha detto
di chiamarsi Gryphon.
-Ti avevo detto di non muoverti.- gli dice lei
con voce dura.
-Non hai armi.- ribatte Rhodey -Solo quegli
artigli e devi toccarmi per farmi male.-
-Non contarci troppo.-
Rhodey si avvicina cautamente alla finestra. Se ha
calcolato giusto…
-Fermo!- intima Gryphon allungando i suoi artigli verso di lui.
Jim indietreggia per
evitare di essere colpito, ma apparentemente inciampa perdendo l’equilibrio e
piombando oltre la finestra aperta.
-Maledizione!- esclama la cyborg.
Rhodey precipita e
pensa che devono sicuramente esserci modi migliori per
uscire dai guai. Se l’armatura di War Machine non risponde in tempo al suo
richiamo, lui si spiaccicherà al suolo, questo è garantito.
Sebastian Shaw fa
entrare nel suo studio il visitatore che attendeva. Questi si guarda intorno e il suo sguardo si sofferma sulla ragazza
bruna seduta di fianco a Shaw e che indossa solo una guepiere nera e alti
stivali neri coi tacchi a spillo.
-Credevo fosse un colloquio riservato.- dice
sedendosi a sua volta.
-Mercedes è il mio braccio destro. Non c’è nulla che diremo qui che lei
non debba sapere-.- replica il Re Nero del Club
Infernale di New York.
-Se ho capito bene, lei sta cercando qualcuno che elimini i suoi
rivali.-
-I responsabili della mia rovina: Sunset Bain, Morgan Stark e Rumiko
Fujikawa. Pensa di esserne in grado?-
-Non mi insulti. Certo che ne sono in grado.
La vera domanda è: voglio farlo?-
-E la risposta?-
-Parliamo del mio onorario.-
Alla fine è sempre una
questione di prezzo, pensa l’enigmatica Mercedes.
Tony Stark si stringe
a Pepper Potts
-Non so cosa avrei fatto senza di te.- le
dice.
-Te la saresti cavata in qualche modo.-
replica lei.
-Non credo proprio. Se si tratta di risolvere un problema di ingegneria, di crisi aziendali o attacchi di
supercriminali, so sempre cosa fare, ma se si tratta dei sentimenti di chi mi
sta vicino, sono un vero pesce fuor d’acqua.-.
-Tua figlia è forte e supererà anche questo, vedrai…
e anche suo fratello.-
-Io e mio padre non parlavamo molto. Tante cose
sono rimaste irrisolte tra noi quando è morto. Avevo 21
anni. Howard Jr. ne ha 10. Non oso pensare a come si
senta.-
-Il fatto che tu te lo chieda, dimostra quanto tu sia sensibile.-
-Io? Parliamo dello stesso Tony Stark? In ogni caso non posso essere la
figura paterna di riferimento anche per lui, non ne sono in grado.
-Io credo di sì. Vedila così: è un problema da risolvere e tu sei
sempre stato bravo a risolvere i problemi.-
Davvero è così
semplice? Tony vorrebbe disperatamente crederlo.
2.
Nella sua carriera di Iron Man sostituto Happy
Hogan ha avuto modo di affrontare svariate minacce ed è sopravvissuto per
raccontarlo, il che non significa necessariamente che gli piaccia essere il
bersaglio di un paio di cyborg assassini di cui uno sembra tosto
quanto terminator, anche se al momento pare che gli stia succedendo qualcosa
<<Direttiva primaria: rintracciare e se
necessario terminare i soggetti Coldblood-7 e Collins, Michael. Direttiva Secondaria:
eliminare ogni ostacolo al conseguimento della direttiva primaria con ogni
mezzo possibile.>>
<<Direttiva primaria: in corso.
Direttiva secondaria: applicata.>>
Le due voci
elettroniche echeggiano direttamente nel cervello di Deathlok e ad esse se ne aggiunge una terza, quella di Luther Manning
espressa a voce alta:
-Perché?-
<<Domanda irrilevante: lo scopo di questa
unità è eseguire le direttive impartitile, non di discutere.>>
-L’uccisione di
civili innocenti è contraria alle regole.-
<<Rilevato malfunzionamento dell’unità. Azione consigliata:
ripristino programmazione originaria.>>
<<Ripristino programmazione originaria in esecuzione. Completato al
55%.>>
Happy deve confessare di non aver
capito molto di quello che sta succedendo, ma una cosa è evidente: Deathlok si
sta muovendo molto lentamente e questo gli consente di evitare i raggi della
sua pistola con facilità. Qualunque cosa stia accadendo al suo avversario, deve
approfittarne
<<Filate mentre
nessuno bada a voi.>> ordina agli ostaggi.
-E tu?- chiede Mrs. Arbogast.
<<Che domande, Mrs. A, me la caverò come al solito. Ora sbrigatevi.>>
Con una certa fatica il braccio
destro di Deathlok sta puntando verso Iron Man e dalla sua pistola parte un
raggio.
Quasi istintivamente Happy risponde
con una scarica di repulsori che colpisce Deathlok sbattendolo a terra.
<<Secondo round a
me.>> esclama.
In quel momento si ricorda che c’era
anche un altro cyborg: una donna dai capelli biondi e la maschera di ferro.
Dov’è finita?
Proprio allora due artigli di
molibdeno si appoggiano alla sua schiena e scaricano una quantità elevata di
energia nell’armatura sovraccaricandola. Forse era meglio non avere risposta
all’ultima domanda dopotutto.
Se qualcuno fosse presente al
momento, vedrebbe una palla di metallo nero e argento sfondare una parete della
palazzina principale della REvolution e sfrecciare ad
elevata velocità verso Jim Rhodes che sta precipitando verso il suolo. La
vedrebbe anche modificare il proprio aspetto e diventare una vera e propria
armatura che ricopre Rhodey appena in tempo per proteggerlo dall’impatto che
altrimenti avrebbe avuto nefaste conseguenze.
War Machine si solleva dal piccolo
cratere che ha provocato e vola verso la finestra del suo ufficio.
<<Ed ora vediamo di sistemare un po’ di conti in
sospeso.>> dice.
Quando raggiunge l’ufficio, ormai è
vuoto e non ne é sorpreso. Gryphon non aveva nessun
motivo di restare dopo che lui era caduto dalla finestra, ma dove può essere
andata?
-Antigone…-
ordina all’Intelligenza Artificiale dell’armatura -… scansione immediata
dell’edificio.-
<<Scansione eseguita, Mr. Rhodes. Dati inviati direttamente all’interfaccia visivo.>>
Una specie di display virtuale si
forma davanti agli occhi di Rhodey mostrandogli la situazione dell’edificio ed alla fine lui esclama:
<<Avrei dovuto
immaginarlo. Bene Miss Gryphon, ora stai per scoprire di aver pestato i piedi
all’uomo sbagliato.>>
E sfreccia via.
Quando la pesante porta d’acciaio
del laboratorio cede, Michael Collins non ne è particolarmente sorpreso, ma lo
è quando vede chi entra.
-Kelly?- esclama.
-Ci conosciamo forse?- gli chiede il cyborg.
-In un’altra
vita, quando ero Deathlok, ci siamo… incontrati.-
-Mi pare di ricordarlo, ma tante informazioni non essenziali sono state cancellate dai miei banchi memoria.-
È decisamente
cambiato, pensa Collins, colpa anche questa di quel Dottor Harrow?
-Consegnami Coldblood-7 e non ti sarà fatto alcun male.-
-Sono qui.- proclama una voce alla sua sinistra -E non ho nessuna
intenzione di venire con te.-
Detto questo, Coldblood contrae il
dito sul grilletto della sua pistola e spara.
3.
In un attico nel centro di Manhattan
la donna chiamata Selene si concede un po’ di relax
nella grande vasca idromassaggio quando arriva un cameriere e le dice:
-C’è Mister
Sebastian Shaw che vuol vederla, Milady.-
La strega millenaria sorride e
replica:
-Fallo passare.-
Sebastian Shaw entra. Indossa un completo grigio tre pezzi che su di lui sembra
quasi un abito d’altri tempi, come quello in stile Reggenza Britannica che è
solito indossare alle riunioni del Cerchio Interno del Club Infernale.
-Caro Sebastian…-
lo accoglie Selene -… vuoi unirti a me e Parnell? La temperatura dell’acqua è
semplicemente deliziosa.-
-Non ho tempo per
queste sciocchezze.- taglia corto Shaw -Devo parlarti
di affari.-
-Come vuoi.-
Selene si alza in piedi e mentre
esce dalla vasca schiocca le dita e il cameriere le
porge un asciugamano, naturalmente nero, che lei usa per coprirsi. Alle sue
spalle, l’afroamericano Parnell Jacobs richiama la sua armatura eidolon che lo
ricopre sino al collo.
-Quello che ho da
dirti riguarda solo me e te.- afferma l’industriale.
-Parnell può ascoltare tutto quello che hai da
dirmi. Non temere per la sua lealtà: da quando ho assaggiato la sua energia
vitale,[1]
non ha altra scelta che essermi fedele.- replica
Selene.
-Come un
cagnolino? Molto utile. Non perdiamo tempo allora: come ti ho già detto, voglio
il tuo aiuto per una vendetta contro Tony Stark e i suoi alleati.-
-Adoro le
vendette, sono così dolci e Tony Stark e la sua guardia in armatura sono una
sfida interessante. Tu che ne dici, Parnell?-
-Nessun problema,
per me.- risponde Jacobs -Posso battere Iron Man e
anche War Machine, ne sono certo.-
-Quanta
incoraggiante fiducia. Dicci di più, Sebastian.-
Shaw illustra in dettaglio le sue
intenzioni ed alla fine Selene chiede:
-Perché non ne
parli anche agli altri membri del Cerchio Interno? Tony Stark ha parecchi
nemici tra di loro e credo che riceveresti il loro appoggio. -
-Lo farò ma prima
volevo assicurarmi che i miei principali alleati, tu e Pierce, foste dalla mia parte. E poi non voglio che quella
sgualdrina di Sunset Bain sia informata troppo presto dei miei piani. È colpa
sua se ho perso le Industrie Shaw e la mia vendetta colpirà anche lei, anche se
in modo diverso.-
-Capisco.-
Discutono un po’ di altri dettagli e
alla fine Shaw se ne va. Dopo che è uscito, Parnell Jacobs parla:
-Devi stare
attenta con lui, ti tradirà se ne avrà l’occasione.-
-Ti preoccupi per
me, Parnell? Che tenero.- ribatte Selene sdraiandosi
mollemente sul letto e lasciando aprire l’asciugamano -Non temere, so come
trattare Sebastian Shaw da molto prima che t’incontrassi e non mi fido di
nessuno, se non di coloro che non possono fare altro che servirmi anima e
corpo, proprio come te. Tu non mi tradiresti, vero Parnell?-
-Non potrei mai, mia signora.-
-Esatto, non
potresti mai. Ed ora dedichiamoci a cose più
piacevoli: togliti quell’ingombrante armatura e raggiungimi, da bravo.-
E come detto prima, Parnell Jacobs
non può che obbedire.
Happy Hogan crolla in ginocchio
mentre la cyborg chiamata Cylla usa i suoi artigli per
scaricargli addosso più energia possibile ma le cose non vanno come lei aveva
previsto.
<<Energia
immessa assorbita ed immagazzinata. Livello di
efficienza dell’armatura 85%... 90%... 98%... 100%.>> recita l’Intelligenza Artificiale dell’armatura.
<<Pare che tu mi abbia potenziato, dolcezza.>> dice Happy rialzandosi in piedi <<Ora, però devo scaricare l’energia
in eccesso e il tuo amico mi sembra un bersaglio adatto.>>
Una scarica di
uniraggio colpisce Deathlok proiettandolo oltre una
parete e all’esterno.
<<E Ora pensiamo a te.>>
dice Iron Man rivolgendosi a
Cylla.
<<Analisi:
cyborg di sesso femminile. Impianti sul viso, occhi, braccia, gambe. Nome:
Markham, Cylla. Costruttore: Pierce, Donald. Gruppo: Reavers. Status: defunta per mano del vampiro Bloodscream.>>
<<Ti dirò,
Antigone, non mi sembra poi così tanto defunta.>> replica Happy
all’Intelligenza artificiale <<Temo che dovrai aggiornare i tuoi database.>>
<<Aggiornamento
in corso. Dati trasmessi anche al database degli X-Men.>>
<<Ottimo e ora…>>
Happy non termina la frase. Cylla gli piomba addosso con la potenza di
un treno in corsa… o così almeno sembra all’ex pugile.
-Riuscirò a farti fuori!- proclama la donna.
Iron Man le afferra i
polsi e la respinge indietro.
<<Non ne sono così convinto.>> ribatte <<Sai, di solito trovo scorretto prendere a
pugni una donna, ma tu mi sembri una dura. Vediamo quanto.>>
Le sferra un diretto
all’addome che la spinge contro la parete opposta.
War Machine si muove
velocemente. Sa esattamente dov’è Gryphon e la rapidità è essenziale.
Mentre si avvicina al
laboratorio sente la voce di Coldblood:
-Non mi avrai tanto facilmente.-
Qualcosa passa davanti
a War Machine: un cyborg massiccio. Deathlok? No, è troppo grosso e di sicuro è
più pericoloso di Gryphon.
<<Tu chi saresti?>> gli chiede.
-Mi chiamo Siege.- replica l’altro.
<<Bel nome. Sei tosto
quanto sembri?>>
La risposta di Siege è
una scarica dal cannoncino al plasma montato sul suo avambraccio destro che
spedisce Rhodey dall’altro lato del corridoio.
<<Ok, lo sei.>> ribatte
quest’ultimo <<Ma anch’io lo
sono.>>
Dai mitragliatori
montati sulle sue spalle parte una scarica di
proiettili.
4.
Chiusa nel suo ufficio
Rumiko Fujikawa guarda l’oggetto che era nella scatola che ha prelevato dai
laboratori: un guanto di metallo che sembra brillare e pulsare come se fosse
vivo e che sembra chiamarla e dirle:
“indossami”.
Perché non dovrebbe
farlo? Rumiko prende il guanto e lo infila nella mano destra e ne sente
crepitare il potere, un potere che ora sente scorrerle
nelle vene, un potere che è inebriante, quasi intossicante.
Perché non dovrebbe
usarlo?
Siege sente i colpi di
War Machine infrangersi contro la sua armatura e corre contro il suo avversario
sparando a più non posso.
-Pensavi davvero di fermarmi in quel modo?- chiede.
<<Ora che me lo chiedi…>> ribatte Rhodey <<… non mi sarebbe dispiaciuto.>>
Senza esitare spedisce
sul suo avversario una doppia scarica di repulsori che manda Siege a terra.
Può tenergli testa ma
mentre lo combatte, Gryphon potrebbe prendersela con Collins e Coldblood ed anche se quest’ultimo è davvero tosto, potrebbe farsi
cogliere impreparato.
Maledizione: i loro
nemici sono fin troppo determinati.
In un loft di
Manhattan l’uomo conosciuto come Conte Nefaria scuote il capo:
-Devo ammetterlo, sono deluso, molto deluso.-
dice.
-Non è colpa mia, Conte.- si giustifica la donna chiamata Indries
Moomji -Vandergill è ormai un burattino nelle mie mani e ha fatto tutto quello
che gli ho chiesto. È stato Norman Osborn a fermarlo.-
-Osborn, già.- borbotta Nefaria -Giusto, è lui
che sta sabotando i nostri piani. Speravo di evitare uno scontro diretto con
lui almeno per ora, ma avrei dovuto sapere che era impossibile. Dicono che si è
rammollito, che non ha più la forza e la determinazione di quando era Goblin,
ma forse sono solo chiacchiere che ha messo in giro lui stesso. Meglio non
fidarsi. Puoi andare Indries.-
La donna fa un ambiguo
sorriso.
-Vuole davvero che me ne vada, signor Conte?- chiede.
Luchino Nefaria si
volta verso di lei e le rivolge uno sguardo di evidente ammirazione.
-Ripensandoci…- le dice -… non è così urgente che tu ne vada. Rimani.
Qualche ora dopo
Indries esce dal loft e fa una telefonata.
-Sono io. È andata proprio come avevi previsto. Ho dato il via alla
seconda parte del piano. Tranquillo: non sospetta nulla, non potrebbe mai
dubitare di me, mai.-
Chiude la telefonata e
sorride.
5.
Dalla finestra
panoramica del suo attico Sasha Hammer guarda verso l’orizzonte immersa in
pensieri molto personali quando sente una voce alle sue spalle:
-Stai contemplando il tuo futuro regno?-
La voce appartiene ad un ragazzo dai capelli neri apparentemente poco più
vecchio di lei.
-E tu chi saresti?- ribatte Sasha con tono volutamente scortese -Il
nuovo toy boy di mamma?-
Il ragazzo ride
divertito e ribatte:
-Sono molto di più di questo, sono una sorta di angelo della vendetta, ma tu
puoi chiamarmi Zeke… Zeke Stane.-
-Stane…- mormora Sasha -Sì, mi ricordo di te: una volta ho sentito il
nonno definirti la cosa più vicina all’erede maschio che ha sempre desiderato.-
-Sul serio? Sono commosso, il vecchio è davvero imprevedibile. Io,
invece ti conosco bene, Sasha, e so cosa nascondono i tuoi atteggiamenti
ribelli e trasgressivi.-
-Ma davvero, Dottor Freud?-
-Tu sei come me: i limiti morali della gente comune non ti riguardano e
non t’interessano. Hai mai sentito il modo di dire: tutto quello che vedi un giorno sarà tuo? Io posso renderlo vero per te, sai?-
Sasha gli rivolge uno
sguardo interessato.
-Davvero?- replica -E come conti di fare, Mr. Stane?-
-Resta al mio fianco e lo saprai.- è la sibillina risposta.
Cylla si rialza e
corre verso Iron Man sfoderando gli artigli e gli piomba di nuovo addosso.
-Vediamo se la tua armatura resiste ai miei artigli.- dice.
<<Io
dico di sì.>> replica
Iron Man spezzandole un artiglio <<Altri trucchetti?>>
Cylla replica
colpendolo a tutta forza facendolo barcollare.
<<Buono ma non abbastanza. Ne ho incassati
di peggiori.>>
Senza che Happy se accorga
un mirino a infrarossi lo sta inquadrando.
Deathlok si rimette in
piedi. Iron Man è proprio davanti a lui, inquadrato nel mirino della sua
pistola, bersaglio facile.
<<Azione consigliata: eliminazione ostacolo identificato come
Iron Man.>> dice una delle voci computerizzate nella sua testa.
<<Preparazione all’eliminazione.
Pistola regolata su massima intensità. Bersaglio inquadrato. Sparare.>> recita
l’altra voce.
-No.- afferma Deathlok
<<Anomalia
comportamentale. Azione suggerita: correggere.>>
<<Correzione in corso.>>
-Non sono un’anomalia e non sono disposto a farmi correggere da
nessuno. Io sono… sono… Luther Manning.-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Praticamente
nulla da dire su questo episodio, passiamo dunque, a parlare del prossimo dove
Deathlok farà delle scelte e sapremo di più sui piani del Consorzio Ombra e di
Zeke Stane.
Carlo